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Exodus, l'umanità in cammino di Salgado in mostra a Ravenna

Exodus, l'umanità in cammino di Salgado in mostra a Ravenna

Al Mar 180 foto per un viaggio nella galassia delle migrazioni

RAVENNA, 21 marzo 2024, 11:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel 1993 Sebastião Salgado inizia il suo viaggio fotografico, fisico ed esistenziale nella galassia delle migrazioni: in sei anni il reporter brasiliano percorre quattro continenti con opere che catturano partenze e approdi, campi profughi dove milioni di persone vivono un destino incerto. Da allora la mappa del mondo appare cambiata, ma l'esodo di intere popolazioni è quanto mai attuale e le condizioni di profughi o migranti rappresentano uno scenario che assume dimensioni sempre più globali. In occasione del Festival delle culture, le fotografie di Salgado giungono dal 22 marzo al 2 giugno al Mar-Museo d'Arte della città di Ravenna in una mostra organizzata dal Comune in collaborazione con Contrasto.
    Attraverso 180 fotografie la mostra Exodus-Umanità in cammino, a cura di Lélia Wanick Salgado, si compone di varie sezioni a carattere geo-politico. La prima - Migranti e profughi: l'istinto di sopravvivenza - tratta in particolare le motivazioni che accomunano i profughi: la povertà e la violenza, il sogno di una vita migliore, la speranza. La seconda sezione - La tragedia africana: un continente alla deriva - si concentra sul trauma della sofferenza e disperazione di popoli segnati dalla povertà, dalla fame, dalla corruzione, dal dispotismo e dalla guerra nonostante l'Africa sia un continente con una storia importante per l'umanità. La terza sezione - L'America latina: esodo rurale, disordine urbano - racconta una parte del mondo segnata dalla migrazione di decine di milioni di contadini, spinti dalla povertà, verso le aree urbane come Città del Messico e San Paolo, circondate da baraccopoli. La sezione Asia: il nuovo volto urbano del mondo si concentra sull'esodo di massa dalla povertà rurale alla creazione di megalopoli in cui i migranti vivono in condizioni precarie, pur credendo di aver fatto un passo verso una vita migliore. Chiude la mostra una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa.
   

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