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'Ombra cara', Mario De Maria al Museo Ottocento di Bologna

'Ombra cara', Mario De Maria al Museo Ottocento di Bologna

In mostra 70 dipinti tra capolavori, inediti e opere restaurate

BOLOGNA, 21 marzo 2024, 11:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

A cent'anni dalla morte, avvenuta il 18 marzo 1924, il Museo Ottocento Bologna celebra la figura del pittore simbolista Mario De Maria, noto anche come Marius Pictor, con la mostra 'Ombra cara', in programma da oggi al 30 giugno con 70 dipinti - tra capolavori, inediti e opere ritrovate e restaurate dal Museo - provenienti da istituzioni museali italiane (Gallerie degli Uffizi di Firenze, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galleria d'Arte Moderna di Milano) e da collezioni private nazionali e internazionali. Una mostra antologica significativa, la prima che tenta di organizzare una disamina della produzione di De Maria, per conoscere ed approfondire il singolare percorso dell'artista, uomo complesso e tormentato, sodale di Gabriele D'Annunzio, padre del "Simbolismo italiano" o "Naturalismo spiritualista", e tra i pionieristici fondatori della Biennale di Venezia.
    La mostra, a cura di Francesca Sinigaglia, è strutturata in sette sezioni che ripercorrono la vita di De Maria dagli esordi alla morte. Il percorso, che si delinea come un "racconto" attraverso le parole dell'artista, al centro dei cambiamenti artistici di fine secolo, prende avvio dai primi anni della formazione a Bologna all'esperienza romana con D'Annunzio, all'analisi del suo personale apporto alla fondazione della Biennale di Venezia. Una sezione particolare, la quarta, è dedicata alla morte della figlioletta Silvia, di sei anni, con l'opera 'Ombra cara' (1911-1914) realizzata in ricordo dall'amico e collega Vittore Grubicy de Dragon. La mostra si conclude indagando il rapporto tra De Maria e le città di Asolo e Bologna, con la serie dedicata alla Putredine della Casa di Satana e alle narrazioni macabre della seconda metà degli anni dieci del Novecento.
   

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