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Giorno Memoria: Ancona, Medaglia onore famigliari internati

Giorno Memoria: Ancona, Medaglia onore famigliari internati

In Prefettura. Pellos,"Giornata resti scolpita nei nostri cuori"

ANCONA, 27 gennaio 2022, 14:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "La giornata della memoria deve rimanere scolpita nei nostri cuori". Lo ha detto il prefetto di Ancona Darco Pellos, a margine della cerimonia di commemorazione delle vittime dell'Olocausto che si è tenuta questa mattina ad Ancona, in Prefettura, in forma ristretta a causa della pandemia. Alla presenza delle autorità civili e militari della provincia di Ancona, il prefetto ha consegnato ai familiari di tre insigniti, le medaglie d'onore che il presidente della Repubblica concede ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e ai familiari dei deceduti.
    Accompagnati dai sindaci di Fabriano (Gabriele Santarelli) e San Marcello (Graziano Lapi), e dal vicesindaco di Serra De' Conti (Pieramelio Baldelli) hanno ricevuto il riconoscimento Diego Mingarelli, nipote dell'insignito Giovanni Mingarelli, internato ad Hessen dall'8 settembre 1943 all'8 maggio 1945; Rocco Pietrini, nipote dell'insignito Gino Pietrini, internato nello Stalag XII-D a Stromberg dal 9 settembre 1943 al 12 luglio 1945; Giona Gabarrini, nipote dell'insignito Ivano Luminari, internato in Grecia dall'8 settembre 1943.
    Una giornata "per non dimenticare quello che è successo, chi è morto sotto il peso di leggi inique, di una guerra non voluta, non cercata, e che poi è diventata strage, umiliazione, morte" ha detto il prefetto di Ancona, sottolineando che la data del 27 gennaio "ricorda il sacrificio di intere popolazioni che sono state deportate", degli Ebrei, dei partigiani, dei civili reduci dalla deportazione e dei "militari traditi dalle loro gerarchie".
    "Oggi - ha proseguito - il nostro impegno è quello di rispettare ancora di più il giuramento di fedeltà alla Repubblica" che "garantisce diritti e garanzie a tutti". Il consigliere regionale Mirko Bilò, nel portare il saluto del presidente della Regione Francesco Acquaroli (a Roma per l'elezione del Capo dello Stato) durante la cerimonia ha rimarcato che "i campi di concentramento sono il simbolo di ciò che non può essere cancellato, né dalla storia, né dalle nostre coscienze e dai nostri cuori".
   

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