Stefano Rossotto, 62 anni,
agricoltore dall'età di 14 anni e titolare dell'azienda
vitivinicola di famiglia a Cinzano (Torino), è stato eletto
presidente di Cia Agricoltori italiani delle Alpi,
l'organizzazione agricola nata due anni fa dall'unione dell'ex
Cia Torino con la Cia Valle d'Aosta e fino ad oggi presieduta
pro-tempore dallo stesso Rossotto.
L'assemblea dei delegati, svoltasi a Torino, alla presenza del
presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino e del presidente
regionale del Piemonte, Gabriele Carenini, ha votato anche i 25
componenti del Consiglio direttivo, che a loro volta nei
prossimi giorni nomineranno il Comitato esecutivo
dell'organizzazione.
"La nostra associazione - dice Rossotto - cresce non solo in
numeri, ma in conoscenze, impegno sociale e capacità
amministrative per affrontare le questioni più spinose,
aggravate dall'emergenza pandemica".
Tra i temi affrontati dal presidente di Cia delle Alpi anche
l'emergenza Peste suina africana ("Valutiamo con preoccupazione
le conseguenze, alla Regione e allo Stato chiediamo particolare
attenzione al risarcimento delle aziende che sono nell'obbligo
di abbattere tutti i capi in loro possesso, conteggiando anche
il mancato reddito per i successivi sei mes") e della fauna
selvatica in generale ("Va preso atto che i piani di
contenimento hanno fallito, poiché non si è affrontato il
problema in modo serio, prova ne è la diffusione della Peste
suina africana. Pretendiamo che le Istituzioni mettano in campo
azioni urgenti e risolutive, il tempo è scaduto",.
Sul tema delle Psa è intervenuto anche Scanavino: "Il peso
di questa crisi non può ricadere tutta sulle spalle degli
allevatorii, che loro malgrado rischiano di pagare il conto
della dissennata politica di gestione della fauna selvatica". Il
presidente nazionale, inoltre, ha ribadito con forza "la
necessità di affermare in ogni modo il ruolo dell'agricoltura
nella gestione dell'ambiente e della produzione del cibo, come
attività di interesse strategico per l'intera società".
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