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Lanap laser, la nuova frontiera contro la malattia parodontale

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Lanap laser, la nuova frontiera contro la malattia parodontale

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Responsabilità editoriale di WolfAgency.it

12 novembre 2021, 09:40

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La malattia parodontale è una problematica con la quale molti italiani hanno a che fare. Numeri alla mano, ne soffrono circa 20 milioni di persone. Entrando nel vivo di queste statistiche, facciamo presente che, in circa 8 milioni di pazienti, la malattia è presente in forma grave. Questa patologia, che colpisce i tessuti di supporto del dente - p.e. la gengiva e l’osso - è causata in particolare dal deposito della placca batterica.

Nel momento in cui non viene curata, la malattia parodontale può rivelarsi a dir poco pericolosa. Questa patologia, infatti, altera l’equilibrio tra ossa e denti che, a lungo andare, rischiano di cadere.

La prevenzione, che passa da un’adeguata gestione dell’igiene, è la prima arma da prendere in considerazione. Purtroppo non sempre è sufficiente. Nei casi in cui la malattia fa la sua comparsa - tra i sintomi è il caso di considerare il sanguinamento e la recessione gengivale - è necessario intervenire in tempo.

Oggi come oggi, esistono diverse alternative utili al proposito. Una di queste è Lanap laser, una tecnica innovativa che consente di intervenire in caso di malattia parodontale moderata e severa.

Lanap laser: i dettagli sul protocollo

Lanap laser è, al giorno d’oggi, l’unico protocollo autorizzato dalla FDA per il trattamento della parodontite. Parliamo quindi di un trattamento di fama internazionale che, in Italia, viene praticato da pochissimi professionisti che hanno seguito un corso ad hoc.

Quali sono i vantaggi di questo approccio? Innanzitutto la rapidità. I risultati, infatti, possono essere apprezzati in una sola seduta. Da non dimenticare è anche la bassa invasività dell’approccio. Proseguendo con l’elenco degli aspetti che caratterizzano questo protocollo, un doveroso cenno deve essere dedicato al fatto che, quando si parla del trattamento, si ha a che fare con una soluzione curativa in cui, a differenza di quanto accade con la chirurgia tradizionale, non si ritirano tanto le gengive.

Chiarita questa doverosa premessa, si può entrare nel vivo degli step. Tutto parte con la misurazione delle tasche parodontali con l’utilizzo di una sonda. Grazie alla procedura in questione, è possibile capire non solo quando sono profonde, ma anche l’entità della perdita di attacco.

Con il dato in questione in mano, può entrare in gioco il laser, grazie al quale il dentista specializzato elimina il tessuto malato e soprattutto i batteri che hanno provocato la malattia parodontale. Fondamentale è sottolineare che, dal momento che la luce del laser non viene assorbita né dal tessuto non colpito dalla malattia, né la radice e l’osso, si ha a che fare con un approccio poco invasivo, che garantisce al paziente un comfort inimmaginabile con la chirurgia tradizionale.

Lo step successivo si concentra sulla rimozione del tartaro, che viene concretizzata grazie a degli ultrasuoni. Cosa succede a questo punto? Che, ancora una volta, entra in gioco l’utilizzo del laser. In questo frangente, il ricorso al laser viene messo in primo piano con lo scopo di incentivare la naturale capacità di guarigione che caratterizza il corpo umano.

Questo permette di apprezzare la formazione di un coagulo, che funge da vero e proprio sigillo attorno al dente. Grazie al quadro appena descritto, si crea un ambiente pulito e sicuro. In questo modo, è più facile arrivare alla guarigione.

Ci sono ancora diversi step da considerare prima di arrivare alla fine del trattamento. Dopo la formazione del coagulo ematico, si procede infatti a comprimere il tessuto contro la radice dei denti. Questo permette di non dover ricorrere alla sutura, che è invece necessaria nel caso della chirurgia tradizionale.

Si conclude il tutto con il bilanciamento occlusale, che vede il professionista assicurarsi che i denti non siano interessati da traumi eccessivi (il dentista si concentra in particolare su quelli dove la perdita ossea è stata più consistente).

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