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In un saggio il rapporto tra l'IA e la teologia

In un saggio il rapporto tra l'IA e la teologia

Nicola Di Bianco indaga sulla relazione tra l'uomo e la tecnologia

ROMA, 29 marzo 2024, 14:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il rapporto tra l’uomo e la tecnologia con l’irruzione dell’’Intelligenza Artificiale nella nostra vita. Un rapporto con implicazioni di natura etica che coinvolge anche la nostra sfera più intima e personale, quella religiosa. Che rapporto c’è tra Dio e l’AI? Questi ed una serie di interrogativi, ai quali è più che mai necessario rispondere, sono alcuni dei temi di “Intelligenza Artificiale – Un punto di vista teologico” (Ed. Elledici). Il saggio di Nicola Di Bianco -sacerdote e teologo con un dottorato in Teologia ed una laurea in Informatica - prova a dare delle risposte solide a queste e ad altre domande etiche. “Benvenuti nel “criptomondo” del Tecnocene. Ormai siamo i tecnosapiens“, scrive Di Bianco. Le nuove tecnologie digitali s’integrano in maniera sempre più pervasiva con gli “umani”, che vedono i loro sensi esterni (tatto, udito, vista…) e lo stesso sistema cognitivo assistiti/governati da dispositivi etero diretti, che mirano a una vera e propria fusione “uomo-macchina”. Il saggio analizza le implicazioni teologiche, antropologiche, filosofiche, sociologiche, politiche, giuridiche, criminologiche… dell’universo digitale originato dai nuovi dispositivi elettronici, dalla rete internet e dalla “pseudo-intelligenza artificiale”. Dopo aver presentato uno status quaestionis sul significato e le applicazioni della rete internet si analizzano i social media e la navigazione on line. Si discutono alcuni problemi connessi al loro uso: i big data, l’apprendimento automatico (machine learning), la “pseudo-intelligenza artificiale”, il diritto di autore, il diritto all’oblio, la tecnocrazia. Secondo alcuni l’umanità sta transitando dall’ antropocene al tecnocene. La stessa Chiesa cattolica ritiene le nuove tecnologie uno strumento utile e necessario per l’evangelizzazione e il progresso dell’umanità, ma contemporaneamente si dispone a evangelizzarle. Il testo intende offrire a tutti gli utenti delle nuove tecnologie, laici e consacrati di ogni confessione, un valido strumento per educarsi al loro uso. Una provocazione che, però, descrive il reale. Ecco come Di Bianco descrive una realtà solo apparentemente distopica: “Umani, postumanisti, transumanisti, estropiani, lungotermisti, chimere, ibridi, simbionti, androgini,… abitanti del criptomondo mettetevi comodi. Rilassatevi penseremo noi al vostro prossimo futuro. Un algoritmo (criptato per gli utenti ma non per i progettisti) provvederà a ogni vostro bisogno. Dovete unicamente darci in pasto i vostri dati (anagrafici, biologici, sanitari, civili, politici, geografici…). Lasciatevi profilare dai data scientist e dalle multinazionali del capitalismo dell’informazione e della sorveglianza digitale. Conosciamo già i vostri comportamenti, i vostri gusti alimentari, i vostri interessi culturali, il vostro orientamento sessuale e politico, la vostra geolocalizzazione. Sappiamo dove abitate, quando vi spostate, dove andate. Stiamo già costruendo le architetture del mercato dei vostri futuri bisogni. Continuate a consultare i vostri/nostri archivi digitali, che criptiamo per modellare e orientare le vostre future conoscenze e i vostri futuri desideri. Aggiornate il sistema del vostro smartphone, del vostro computer, del vostro tablet. Dateci la cronologia delle vostre ricerche sul web. Penseremo noi a trarre dai vostri desideri le future offerte commerciali. Saprete con la massima attendibilità come dovrete alimentarvi, come dovrete informarvi, come dovrete votare, quali cure sanitarie praticare, come dovrete vestirvi, come dovrete investire i vostri risparmi. Avrete una seconda vita (second life). Vedrete il vostro avatar muoversi nei nuovi mondi virtuali del metaverso. Vi daremo l’illusione di una cittadinanza planetaria, di un’identità ubiquitaria. Sarete quasi divinizzati. Potrete virtualmente abitare in ogni luogo e in ogni tempo. Abbattere le barriere dello spazio e del tempo. Vi sposterete su mezzi di trasporto a conduzione automatica. La robotica computazionale provvederà ad assistervi in ogni circostanza esistenziale. Dialogherete con assistenti vocali automatizzati. Una rete di sensori monitorerà i vostri parametri vitali (battito cardiaco, pressione arteriosa, ossigenazione…), riconoscerà il vostro volto, le vostre impronte digitali. Un esoscheletro favorirà i movimenti dei vostri arti. Abbiamo già criptato la vostra “libertà”, che avete barattato con la comoda illusione di soddisfare ogni vostro umano desiderio, delegandoci le vostre volontà. Vi abbiamo regalato il sogno di una vita surrogata tecnologicamente, ma ora le vostre vite non vi appartengono più. Siamo il vostro alter ego. Siete degli ologrammi che possiamo manipolare a nostro piacimento. Noi sappiamo tutto di voi. E voi sapete poco o quasi nulla di noi. Benvenuti nel criptomondo del Tecnocene. Siamo i tecnosapiens che la vostra hybris di Sapiens ha creato, violando le colonne d’Ercole della conoscenza. Avete un’ultima possibilità per liberarvi dalle nostre criptiche manipolazioni: rinunciare alla tentazione prometeica di ricreare artificialmente il mondo, accrescere il vostro senso critico su tutto quanto vi offriamo gratuitamente, rifiutare l’acritica logica della delega tecnologica, liberarvi da ogni malsana dipendenza manipolatoria”.

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