(LO STRANO DELITTO DELLE SORELLE
BEDIN DI CHICCA MARALFA - NETWON COMPTON, PP. 256, 9,90 euro,
E-book 4,99) - Un caso di cronaca irrisolto da anni e una
vicenda personale e familiare del luogotenente Gaetano Ravidà.
Come sfondo Asiago e il suo altopiano, apparentemente
tranquillo. E' l'intreccio de "Lo strano caso delle sorelle
Bedin" di Chicca Maralfa - giornalista e già autrice dei noir
Festa al trullo e Il segreto di Mr. Willer - in libreria dal 24
febbraio per Newton Compton.
Dopo il fallimento del suo matrimonio, Gaetano Ravidà,
stimato investigatore dell'Arma, ha lasciato la Puglia e si è
trasferito al nord. Ad accoglierlo, la Stazione dei Carabinieri
di Asiago, nell'altopiano vicentino, teatro delle più sanguinose
battaglie della Grande Guerra. Sul paese, all'apparenza
tranquillo, si allunga in realtà l'ombra di un vecchio caso mai
risolto, risalente a sette anni prima: l'efferato omicidio delle
sorelle Bedin, archiviato di recente.
Qualcuno, tappezzando i muri di poesie di Silvia Plath,
sembra però sollecitare la riapertura delle indagini su una
vicenda che chiede giustizia. Ma non sarà solo un caso di
cronaca del passato a mettere alla prova le abilità
investigative di Ravidà. Nel giorno della Grande Rogazione (che
lì tutti chiamano Il giro del mondo), una processione che ogni
anno si snoda per trentatré chilometri attraverso i sentieri di
montagna e che coinvolge la popolazione della zona, un altro
brutale delitto scuoterà la quiete dell'altopiano,
trasformandola in tempesta.
C'è un altro caso però che, insieme al 'cold case' delle
sorelle Bedin, chiede giustizia con la stessa urgenza. Ravidá si
ritrova in questi luoghi a fare i conti anche con una vicenda
personale di respiro collettivo. Suo nonno ha combattuto nella
'Brigata Trapani', durante l''Offensiva di Primavera', proprio
sull'altopiano di Asiago. E lì è morto, milite ignoto come
migliaia di altri giovani combattenti. Sulla selletta del monte
Lémerle, durante le riprese di un documentario di History
Channel sulla Grande Guerra, vengono ritrovate le spoglie
mortali di un soldato italiano e il luogotenente Ravidà si
augura, con tutto se stesso, che possano appartenere a suo
nonno, volendo assicurare al padre che suo padre non ha mai
conosciuto, una più degna sepoltura.
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