GIANLUCA MEDAS, PASKEDDA,
TORRAMUS A SU CONNOTTU (Edizioni Abbà, 2021, pp 116, 15 euro).
La rivolta popolare del 26 aprile 1868 a Nuoro è una pagina
emblematica della storia della Sardegna. Al grido di "Torramusu
a su connottu" (Ritorniamo alla consuetudine), storico motto
diventato simbolo della ribellione contro la privatizzazione
delle terre, Pasqua Selis Zau, nota Paskedda, guidò l'assalto al
Municipio. Incitò una piccola folla esasperata, che si opponeva
alla decisione di mettere all'asta le terre ad uso comunitario,
necessarie alla sopravvivenza di pastori e contadini.
Sessant'anni, vedova, dieci figli da sfamare, si racconta
che, afferrati i documenti catastali, dati poi alle fiamme nella
piazza, lanciò il suo urlo di rabbia e disperazione: "Ecco su
sambene de su poveru" (Ecco il sangue del povero). La sua
storia, documentata dal poeta Salvatore Rubeddu che assistette
all'evento, rivive ora tra le pagine di un libro di Gianluca
Medas: "Paskedda, Torramus a su connottu", edizioni Abbà.
Attore, regista, erede della celebre famiglia d' arte, incastona
questo atto di ribellione popolare e la figura di Pasqua Selis
Zau "nel grande mosaico della storia".
Medas dà poi voce ai poeti, cantori di ingiustizie e soprusi.
Rievoca le proteste contro la privatizzazione delle terre con
esclusione dei poveri, che hanno origini lontane. Le tensioni
sociali si riaccesero con l' Editto delle Chiudende nel 1820:
negava ai pastori e ai contadini la possibilità di poter
usufruire di spazi comunitari dove coltivare o far pascolare le
greggi. Il fuoco della rivolta nell'Isola ha trovato un nuovo
capitolo con la sollevazione contro l'abolizione degli
ademprivi, nel 1865. Atti che "mutarono tragicamente delicati e
secolari equilibri fra contadini e pastori".
Attraverso documenti d'archivio e pubblicazioni
storiografiche, Medas, con il piglio da cantastorie e una
sensibilità teatrale, riaccende i riflettori su questa
coraggiosa e dimenticata figura, portata in scena nel 1975 dalla
Cooperativa Teatro di Sardegna nella pièce scritta dal
drammaturgo nuorese Romano Ruju, regia di Gianfranco Mazzoni.
"Quella di Paskedda Zau - sottolinea l'autore - è la storia di
un'assenza, quella delle donne escluse dalla storia, ma è una
storia universale, dietro la sua ribellione c'è il grido di un
popolo, ancora inascoltato". I resti di Pasqua Selis Zau
riposano in una tomba comune. Due targhe sono dedicate alla sua
figura. Una è a Nuoro, di fronte a Palazzo Martone, il vecchio
Municipio sede della rivolta. L' altra è a Guspini, nella zona
industriale dedicata, con delibera comunale, alla toponomastica
femminile.
Accanto ai nomi di altre 49 donne pioniere, innovatrici di
tutto il mondo, c'è quello di Pasqua Selis Zau "popolana
coraggiosa". Due importanti riconoscimenti, perché "parlare di
donne e non solo di uomini che hanno fatto la storia - scrive la
giornalista Susi Ronchi nella postfazione - è la chiave che apre
le porte per quel lungo cammino verso la parità".
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