Il numero uno della Toshiba rassegna
le dimissioni, mentre non si attenua lo scontro all'interno del
Cda dopo l'offerta del fondo di investimenti CVC Capital. La
decisione di Nobuaki Kurumatani, ex dirigente della stessa Cvc
prima di prendere le redini del conglomerato nipponico nel 2018,
era data per scontata per via di un potenziale conflitto di
interessi e i dubbi sollevati sulla trasparenza dell'operazione.
Al suo posto gli succede Satoshi Tsunakawa, che, in una
conferenza online ha ribadito la priorità di ristabilire un
senso di maggior fiducia all'interno del board. Nella stessa
conferenza il presidente del consiglio direttivo, Osamu
Nagayama, ha detto che la proposta di acquisizione del valore di
20 miliardi di dollari manca di dettagli specifici, e su questi
valori al momento un'esatta stima dell'offerta è impraticabile.
L'operazione, inoltre, necessita del via libera del governo di
Tokyo, dal momento che Toshiba controlla attività nel settore di
difesa, oltre all'approvvigionamento delle centrali atomiche, ed
è dunque sottoposta a rigidi parametri legati alla sicurezza
nazionale. Negli ultimi anni l'azienda è stata coinvolta in
scandali contabili, e ha registrato ingenti perdite sugli
investimenti nel comparto nucleare, in particolare negli Stati
Uniti. Fattori che hanno portato alla vendita a fine 2017 della
divisione redditizia attiva nella memorie dei semiconduttori al
consorzio Usa Bain Capital. Dopo una lunga fase di
ristrutturazione e il graduale miglioramento dei conti, Toshiba
è tornata ad essere quotata sul listino principale del Tokyo
Stock Exchange (Tse) a inizio anno. Nel comunicato finale in cui
spiega le ragioni delle sue dimissioni, Kurumatani ha menzionato
la necessità di avere a disposizione maggior tempo libero dopo
il completamento del risanamento della società e il recente
approdo in Borsa, senza neanche citare l'operazione finanziaria
inoltrata da Cvc, che ha finito per spaccare il board,
costandogli il posto di lavoro.
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