Le piccole e medie imprese in
Europa sono all'origine di circa metà degli scambi commerciali
all'interno dell'Ue. L'Italia si situa nella media, mentre per
quanto riguarda specificatamente il ruolo delle microimprese il
valore generato dalle loro importazioni ed esportazioni è tra i
più piccoli nei 28. E' quanto emerge dai dati Eurostat
pubblicati in occasione della Settimana europea delle pmi.
L'Italia risulta essere 12esima per la quota (54,4%) del valore
delle esportazioni intra-Ue effettuate dalle sue pmi (ossia
imprese che arrivano fino a 249 occupati), mentre prime sono
Cipro (88%), Lettonia (81%) e Belgio (70%), e ultime risultano
essere Francia (21%) e Germania (26%). Le microimprese italiane
(fino a 9 dipendenti) sono tra quelle in Europa che
contribuiscono di meno all'export dentro l'Europa (5%),
penultime insieme a quelle ceche, davanti solo a quelle
tedesche, francesi e finlandesi (4%). Sul fronte delle
importazioni intra-Ue, invece, l'Italia è 18esima (58,6%), con
alle ultime posizioni di nuovo Francia (31%) e Germania (34%), e
alle prime ancora Lettonia (85%), Cipro (82%) e poi Estonia
(79%). Per le microimprese, le italiane sono nuovamente tra
quelle che contribuiscono meno agli scambi intra-europei,
penultime con il 9%. Ultime quelle di Germania, Francia e
Repubblica Ceca (7%), prime Malta (45%), Belgio (38%), Svezia
(25%), Ungheria (23%) e Gran Bretagna (21%).
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