In Sudafrica oltre 5.000 candidati
dell'African National Congress (Anc), il partito di Mandela che
governa saldamente il Paese dalla fine dell'apartheid, sono
riuniti in una conferenza cruciale non solo per l'ex movimento
di liberazione dei neri, ma per la sorte dello stesso Sudafrica,
logorato da 23 anni di scandali, lotte di potere e insuccessi.
Domani infatti nel Centro Congressi di Johannesburg si
eleggerà il nuovo leader che prenderà il posto di Jacob Zuma che
nel 2019 - se nel frattempo non avverrà un terremoto politico -
lo sostituirà nella carica di presidente della Repubblica.
Zuma, 75 anni, la cui immagine è appannata da accuse di
corruzione e problemi con la giustizia e anche di violenza
sessuale, ha invitato i delegati a scegliere un candidato
'unitario' e ha dato il suo 'endorsement' al vicepresidente
della Repubblica, Cyril Ramaphosa, 65 anni, la cui priorità è
far rinascere l'economia del Paese, un tempo molto forte. Suo
avversario è l'ex moglie di Zuma, Nkosazana Dlamini-Zuma, 68
anni.
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