Il monitoraggio in alta definizione
dei terremoti nell'Alta Valle del Tevere dimostra che il suo
sistema di faglie (lungo quasi 60 chilometri) presenta zone con
comportamenti sismici diversi fra loro: la faglia principale,
più profonda, è caratterizzata da eventi solitari e una
percentuale più elevata di eventi di piccola magnitudo, mentre
le faglie secondarie più superficiali presentano una sismicità
con eventi che si verificano in sciami e una percentuale
inferiore di eventi di piccola magnitudo. Lo studio è pubblicato
sulla rivista Communications Earth & Environment dall'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
I risultati contribuiscono a comporre un quadro più
dettagliato della sismicità del territorio che è compreso tra le
sorgenti del fiume Tevere sul Monte Fumaiolo fino al comune di
Umbertide (Perugia), a cavallo tra Toscana, Umbria e Marche.
I ricercatori guidati da Matteo Taroni hanno condotto
l'indagine utilizzando un catalogo sismico ad alta definizione
che copre il periodo tra il 2010 e il 2015. Grazie al progetto
Taboo dell'Ingv, che ha installato numerose stazioni sismiche
nella zona di studio, è stato possibile registrare anche
terremoti di magnitudo molto bassa, consentendo un'analisi
dettagliata del comportamento sismico. L'elemento di assoluta
novità della ricerca risiede nel collegamento tra due aspetti
della sismicità: quello temporale, che riguarda gli eventi
solitari e quelli 'clusterizzati' (cioè che avvengono in
sciami), e quello relativo alla distribuzione delle magnitudo
dei terremoti, nota come legge di Gutenberg-Richter. Questi due
aspetti sono strettamente correlati nel sistema di faglie
dell'Alto Tiberina. Dato che lo studio è stato condotto su
terremoti di magnitudo relativamente bassa (compresa tra 0.5 e
3.9), gli autori sottolineano che ulteriori ricerche saranno
necessarie per valutare se le stesse proprietà siano presenti
anche in eventi di magnitudo più elevata, potenzialmente dannosi
per le strutture.
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