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Mons. Gallagher, 'il dialogo tra le fedi è la via per la pace'

Mons. Gallagher, 'il dialogo tra le fedi è la via per la pace'

Il caso Albania dove 'l'armonia tra le religioni è una realtà'

CITTÀ DEL VATICANO, 26 marzo 2024, 13:35

Redazione ANSA

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"In un tempo segnato dalle incertezze che la pandemia ci ha fatto riscoprire e che la terza guerra mondiale a pezzi continua ad accentuare" il dialogo interreligioso è "la via possibile della fratellanza, indica un percorso che si può fare insieme senza rinunciare alle proprie idee che compongono le rispettive identità". Lo ha detto il Segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, mons. Paul Gallagher, intervenendo alla conferenza "Dialogo e fratellanza interreligiosa come garanzia della pace: il caso Albania", che si è tenuta alla Pontificia Università Gregoriana.
    L'Albania, dopo il periodo della dittatura comunista dove la fede era stata totalmente esclusa dalla vita del Paese, ha ritrovato un dialogo, un'armonia tra le diverse comunità e le diverse fedi che è un esempio virtuoso, come evidenziato da Papa Francesco nella sua visita apostolica a Tirana del 2014.
    Nel decennale di questa visita e nel quinto anno dal Documento sulla Fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi, l'ambasciata di Albania presso la Santa Sede ha organizzato questo evento anche alla luce dei tanti conflitti disseminati nel mondo e della necessità di cercare vie per la pace.
    "L'impegno dell'Albania per il dialogo e la fraternità religiosa - ha sottolineato il ministro albanese per l'Europa e gli Affari Esteri, Igli Hasani - offre speranza per un futuro pacifico, caratterizzato da cooperazione, comprensione e rispetto reciproco. Il suo approccio inclusivo e cooperativo può essere un modello ispiratore per altre società che affrontano sfide simili, evidenziando il potenziale di trasformazione del rispetto reciproco e della cooperazione interreligiosa nella promozione della pace e della stabilità".
    Il caso Albania è stato illustrato dall'ambasciatrice albanese presso la Santa Sede, Majlinda Frangaj. Nel suo intervento ha sottolineato l'importanza del "pluralismo religioso e culturale nel Paese". Una conquista che è passata attraverso il martirio durante gli anni della dittatura di Enver Hoxha che "ha distrutto chiese e moschee ma non ha indebolito l'Albania e gli albanesi" che hanno costruito nei secoli quella "fratellanza interreligiosa che è un modello per il resto del mondo". "Nel caso dell'Albania esiste la convivenza pacifica degli albanesi di diversa religione che non è un prodotto dell'epoca moderna ma è una tradizione che viene dalla profondità dei secoli. Le diverse credenze religiose, anche se presentano caratteristiche e individualità particolari e originali, non hanno mai portato dei conflitti come è successo e succede ancora in altri paesi", ha rilevato la diplomatica. "Nei secoli i patrioti albanesi si sono sforzati di diffondere lo spirito dell'uguaglianza indipendentemente dal numero delle credenze religiose che dovevano essere trattate e rappresentate come uguali", ha sottolineato ancora Majlinda Frangaj.
    All'evento hanno dato il loro contributo anche i professori della Gregoriana Ambrogio Bongiovanni e Roberto Regoli, e Maria Gabriella Belgiorno dell'Università degli Studi di Perugia. A chiudere i lavori è stato Sokol Lulgjuraj, il direttore del Centro di Collaborazione interreligiosa di Elbasan, un'organizzazione fondata dai responsabili delle comunità religiose (musulmana, ortodossa, cattolica, bektashi ed evangelica) che da oltre dieci anni mette in pratica il dialogo attraverso iniziative comuni.
   

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