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Responsabilità editoriale di ASviS

Alta Sostenibilità: 100 giorni per dare concretezza al Pnrr

Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Po, ospiti Giovannini, Quadrio Curzio, Perina

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Il governo ha presentato nei giorni scorsi la bozza definitiva del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che ora sarà discusso in Parlamento. Parliamo di uno strumento essenziale per usufruire dei 209 miliardi di euro per l’Italia previsti dal fondo Next generation Eu, dove tra le parole chiave spiccano la resilienza, la transizione economica ed ecologica, la trasformazione digitale, la salute e il benessere collettivo. Restano ora solo 100 giorni per la discussione e il voto in Parlamento e il confronto con le parti sociali, ma attualmente il Pnrr riflette le richieste europee e fornisce una visione di medio e lungo termine del nostro Paese? Se ne è discusso durante la puntata del 18 gennaio della rubrica ASviS Alta Sostenibilità, in onda su Radio Radicale e condotta da Valeria Manieri e Ruggero Po. Ospiti della puntata: Enrico Giovannini (portavoce dell'ASviS), Alberto Quadrio Curzio (Presidente emerito dell'Accademia nazionale dei Lincei) e Flavia Perina (giornalista).

“Dobbiamo utilizzare il tempo a disposizione, prima dell’invio del Pnrr all’Europa, per trasformare questa bozza in un documento che sia in linea con le disposizioni europee”, ha esordito Enrico Giovannini che poi ha elencato le lacune presenti nel Pnrr italiano: “Per prima cosa non ci sono gli obiettivi, in molti casi i progetti indicati non esplicitano l’obiettivo che si vuole conseguire con le risorse comunitarie. Nelle tabelle del Recovery and resilience plan non c’è poi un quadro chiaro delle risorse in relazione ai bilanci nazionali, che sono fondamentali perché non bastano solo i fondi Ue per trasformare il nostro sistema socioeconomico. Ultimo punto, manca una prospettiva che implica anche una riflessione sulle riforme che intendiamo mettere in campo. Per esempio, non si può pensare di fare una transizione energetica senza una riforma del mercato elettrico. Al momento questa parte nel piano non c’è”. In sostanza, da questa bozza non emerge né una visione cristallina del Paese che si intende costruire nei prossimi anni né la strada da seguire per raggiungere determinati obiettivi concordati a livello comunitario, fattore che, inoltre, mette in difficoltà anche il settore industriale italiano.

Un analisi che trova riscontro nelle parole di Alberto Quadrio Curzio. “L’individuazione degli obiettivi nel Pnrr è ancora molto vaga, stesso discorso per le riforme strutturali”, ha dichiarato Alberto Quadrio Curzio, “Il confronto con le linee guida date dalla Commissione europea evidenziano un divario troppo grande. Altro punto che mi lascia un po’ sconfortato è che l’incipit del Piano è troppo focalizzato a dare la colpa della situazione economica all’austerità europea. Ora però non abbiamo scuse, l’Europa si è mossa, tocca a noi”. Durante la puntata si è parlato pure di un’altra linea di finanziamento europea, e cioè il Mes sanitario, su cui Quadrio Curzio non ha dubbi: “Il non prendere il Mes così modificato è discutibile a dir poco. Il Sure per la cassa integrazione invece l’abbiamo preso, eppure le condizionalità non sono poi così diverse”.

Infine Flavia Perina si è soffermata sull’assenza di obiettivi precisi nel Piano, importanti anche per far comprendere all’opinione pubblica una determinata scelta politica. “Specificare gli obiettivi serve anche a trasformare un dibattito tra addetti ai lavori in un progetto nazionale. Se abbiamo infatti chiari i punti di arrivo è più facile che il cittadino medio, in un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo, possa intravedere una luce in fondo al tunnel. Se non portiamo tra le persone questi argomenti non avremo effetti positivi sulla popolazione in termini di speranza, per guardare con ottimismo al futuro. In questi giorni ho analizzato i Piani di ripresa di Francia e Spagna, mi ha stupito trovarli declinati con esempi pratici per far capire alle persone quali saranno i benefici derivanti dalla partecipazione al Piano europeo”.

 

di Ivan Manzo

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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