"Stiamo assistendo in questi anni a una modifica epocale del trattamento dei pazienti oncologici. A fianco dei farmaci a bersaglio molecolare e dell'immunoncologia è comparsa la necessità di cambiare radicalmente la nostra modalità di raccogliere informazioni e di fornire risposte ai pazienti. Ciò avviene attraverso una diversa capacità di profilazione del genoma, di studio delle caratteristiche e della eventuale presenza di alterazioni specifiche all'interno di un tumore indipendentemente dalla sua sede di origine iniziale". E' quanto ha detto l'oncologo Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la Medicina personalizzata, direttore scientifico dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata-Irccs di Roma in occasione dell'incontro "Lo scenario evolutivo in oncologia. Dal percorso di presa in carico globale a nuovi meccanismi di finanziamento", organizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo di Pfizer e trasmesso in streaming su ANSA.it.
"Oggi con la ricerca e la possibilità di usare terapie 'agnostiche', indipendenti dall'istologia, abbiamo fatto un grande passo avanti - aggiunge - Ma la comprensione della complessità delle cellule tumorali richiede l'umiltà dell'oncologo di confrontarsi con biologi molecolari, con esperti in big data, ingegneri, fisici, personalità scientifiche che esulano dal campo della medicina". Per Marchetti, "la network medicine ha trovato grandissime possibilità di uso negli Usa ma fatica ad entrare in Europa per questa difficile integrazione con il mondo clinico. Abbiamo la necessità di elaborare in maniera diversa queste informazioni, raccogliendo dati per la real world evidence, cioè i dati derivati dalla vita reale, per l'identificazione del migliore diagnostico-terapeutico".
In collaborazione con:
The European House – Ambrosetti