(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Un (ulteriore) passo in avanti per
assicurare ai dottori commercialisti delle pensioni più
"ricche": i ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia, ndr) hanno,
infatti, approvato la delibera della Cassa previdenziale di
categoria (Cnpadc) che, "prevedendo la proroga per il decennio
2023-2032 del meccanismo di accredito di quota parte della
contribuzione integrativa sui montanti degli iscritti, ne
aumenta anche la percentuale relativa". Si tratta, fa sapere
l'Ente, di una misura che "era stata temporaneamente
riconosciuta per il periodo dal 2013 al 2022, e prevedeva che
una percentuale pari all'1% del volume d'affari Iva del
professionista venisse accantonato sui montanti individuali, in
misura inversamente proporzionale all'anzianità contributiva".
Adesso, per i professionisti associati alla Cassa, "oltre ad
allungarsi il periodo di beneficio, si innalza la quota
riconosciuta sui montanti, che passa all'1,5%, con l'effetto di
incrementare l'adeguatezza delle prestazioni previdenziali
nella parte calcolata con il metodo contributivo". Per il
presidente della Cnpadc Walter Anedda la decisione adottata "è
stata quella di incrementare i trattamenti pensionistici in
un'ottica di maggiore equità intergenerazionale, garantendo
pensioni più adeguate agli iscritti più giovani che, per i
meccanismi previsti dal calcolo contributivo, rischiano di
percepire pensioni molto più contenute rispetto ai loro colleghi
più anziani. A ciò si aggiunga che - spiega - valorizzando
ulteriormente sul piano previdenziale la componente di
contribuzione calcolata sul volume di affari, si disincentiva la
prassi di fatturare parte delle prestazioni per tramite le
società di servizi", conclude Anedda. (ANSA).