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Anna Lindh, arte e istruzione per città interculturali

Roma ANSAcom

Sostenere le arti per smantellare le barriere culturali e rafforzare il ruolo dell'istruzione nel dialogo interculturale sono tra gli obiettivi principali della Fondazione Anna Lindh (Alf), affrontati in occasione del quarto Dialogo pubblico della Maratona Virtuale per il dialogo nell'EuroMed, tenutosi il 9 giugno con il titolo "Arts and Education for Intercultural Cities".

Secondo quanto riferito in una nota, la ricerca Anna Lindh Intercultural Trends Survey 2020, gestita da Eleonora Insalaco, responsabile delle operazioni e della ricerca interculturale Alf, riporta che la maggioranza degli intervistati in Europa e nei paesi del Mediterraneo meridionale e orientale ritiene che le iniziative culturali e artistiche siano azioni di successo per vivere meglio insieme in ambienti multiculturali, e che la vita nella diversità per i bambini è fornita principalmente dalle scuole.

Durante il dialogo pubblico, moderato da Aissam Benaissa di Connect NordAfrika, i relatori hanno analizzato questi aspetti e arricchito il dibattito con la loro esperienza personale. Aymen Bouazizi, di Youtheon, ha evidenziato il ruolo cruciale delle Ong nella costruzione di comunità forti e pacifiche fornendo programmi che aiutano i giovani a crescere e a svolgere un ruolo costruttivo nella società.

Loizos Loukaidis, direttore dell'Associazione per il dialogo storico e la ricerca di Cipro, ha parlato di come l'associazione sia riuscita a mettere insieme oltre 5000 studenti e mille insegnanti, attraverso il dialogo e le visite educative, nella città divisa di Nicosia, per costruire ponti e promuovere una pace sostenibile.

Karl Donert dell'Associazione europea dei geografi (Eurogeo) ha rivolto l'attenzione sul fatto che la digitalizzazione offre maggiori opportunità di coinvolgere più persone nel dialogo interculturale. "Penso che i concetti di 'terzo spazio' e di liminalità siano centrali negli approcci all'interculturalità", ha affermato Piaras MacÉinrí (Irlanda). Mónica Salas Corrigan ha dichiarato che "il teatro dell'oppresso è una buona metodologia per coinvolgere la comunità".

"L'importanza delle arti nell'educazione non solo come strumento, ma come metodologia e approccio essenziali" è stata analizzata da Raffi Feghali (Libano), co-fondatore di LabanLive.

Federico Grandesso (Italia), giornalista membro della Fondazione Fellini per il cinema, ha raccontato l'iniziativa della Mostra "Federico Fellini genio dell'umanità" promossa dalle Nazioni Unite: "Promuoviamo Fellini tirando fuori dalla sua filmografia elementi preziosi, come la tutela dei diritti umani".

"Il modo principale per promuovere il dialogo è l'educazione formale, ma anche quella informale. I giovani possono così costruire la sicurezza di sé, qualunque sia il loro background", ha affermato Andi Rebiaji, direttore esecutivo del network di organizzazioni Youth Voice.

In collaborazione con:
Pomilio Blumm

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