(ANSA) - NAPOLI, 30 MAG - Centinaia di "camicie blu"
provenienti da tutta Italia sono pronte ad invadere le "Terre di
don Diana" per "sporcarsi le mani" e rinnovare quel rapporto
privilegiato con la natura che non è solo contemplazione.
"Perchè un vero scout - dice Michele Martino, incaricato
regionale dell'Agesci per il settore Pns (Pace-non
violenza-solidarietà) - non ama solo circondarsi del silenzio
dei boschi, ma deve farsi carico, senza alcuna distrazione,
anche dei tanti silenzi dei nostri territori. In fondo il
concetto di resistenza fa parte dell'universo Scout, dai tempi
del fascismo, per proseguire con la lotta alla mafia e alla
camorra, con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e con Don
Peppe Diana. E i beni confiscati alla criminalità organizzata,
che preferiamo chiamare liberati, sono proprio il frutto di
questa resistenza".
Negli anni la richiesta di venire nel Casertano, tra le terre
ubicate a Casal di Principe, Castel Volturno, Sessa Aurunca,
dove si producono mozzarelle di bufala, olio, marmellate, è
sempre aumentata. "Per ogni scout lavorare la terra su un bene
confiscato è un'esperienza formativa unica - spiega Martino -
poi quando tornano a casa iniziano a guardare anche i propri
territori con occhi diversi".
Oltre ai campi organizzati da Libera Campania da giugno ad
agosto, altra importante iniziativa scout sulle Terre di don
Diana è il cantiere nazionale in programma dal 29 agosto al 3
settembre, una serie di eventi e incontri in cui si
ripercorreranno i 21 anni della morte del sacerdote simbolo
della resistenza alla camorra.
"Gli scout hanno fatto ormai da anni una scelta di campo -
spiega Gianni Solino, responsabile casertano di Libera - che è
quella di stare dalla parte di chi combatte fenomeni come la
criminalità organizzata. Una scelta che portano avanti con
grande coerenza, affollando ogni estate i campi di lavoro".