(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - ROMA, 13 GEN - "Pur nella concomitanza di valori
difficili da conciliare, ci pare che non sia auspicabile
sfuggire al peso della decisione affossando la legge. Diverse
forze politiche si muovono in questo senso, benché con opposte
motivazioni: chi per sgombrare la via verso il referendum e
agevolare la vittoria del 'sì', chi per rinviare sine die la
discussione su una tematica spinosa. Nell'attuale situazione
culturale e sociale, sembra a chi scrive da non escludersi che
il sostegno a questa PdL non contrasti con un responsabile
perseguimento del bene comune possibile". E' una posizione
quanto meno inattesa quella che Civiltà Cattolica espone sulla
legge in discussione sul "suicidio assistito". E ciò
considerando tra l'altro che le bozze della rivista dei Gesuiti
vengono usualmente riviste dalla Segreteria di Stato vaticana.
L'articolo "La discussione parlamentare sul 'suicidio
assistito'", nel nuovo numero in uscita sabato prossimo, è
firmato da padre Carlo Casalone, alle spalle una laurea in
Medicina, ex provinciale d'Italia della Compagnia di Gesù, oggi
membro della Pontificia Accademia per la Vita e docente di
Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana. La
proposta di legge (PdL) sul fine vita, nella scia della sentenza
della Corte costituzionale, non esclude la punibilità
dell'assistenza al suicidio, tranne che in alcune particolari
condizioni: pur se essa si distanzia dalle posizioni del
Magistero sul tema, Civiltà Cattolica si pone la domanda se sia
accettabile appoggiarla. Visti la richiesta, fatta dalla Corte
al Parlamento, di disciplinare la materia, l'incalzare del
referendum sull'omicidio del consenziente e il diffondersi
dell'approvazione dell'eutanasia in vari Paesi, l'articolo
propone di non scartare il sostegno alla PdL, con alcune
auspicabili modifiche, come via per promuovere responsabilmente
la tutela della vita e il bene comune possibile.
"Non c'è dubbio che la legge in discussione, pur non
trattando di eutanasia, diverga dalle posizioni sulla illiceità
dell'assistenza al suicidio che il Magistero della Chiesa ha
ribadito anche in recenti documenti", sottolinea padre Casalone.
"La valutazione di una legge dello Stato - prosegue - esige di
considerare un insieme complesso di elementi in ordine al bene
comune". La domanda che si pone "è, in estrema sintesi, se di
questa PdL occorra dare una valutazione complessivamente
negativa, con il rischio di favorire la liberalizzazione
referendaria dell'omicidio del consenziente, oppure si possa
cercare di renderla meno problematica modificandone i termini
più dannosi".
"Tale tolleranza - spiega - sarebbe motivata dalla funzione
di argine di fronte a un eventuale danno più grave. Il principio
tradizionale cui si potrebbe ricorrere è quello delle 'leggi
imperfette', impiegato dal Magistero anche a proposito
dell'aborto procurato". Secondo Civiltà Cattolica, "in questo
contesto, l'omissione di un intervento rischia fortemente di
facilitare un esito più negativo". "Per chi si trova in
Parlamento, poi - continua -, occorre tener conto che, per un
verso, sostenere questa legge corrisponde non a operare il male
regolamentato dalla norma giuridica, ma purtroppo a lasciare ai
cittadini la possibilità di compierlo".
Per altro verso, "le condizioni culturali a livello
internazionale spingono con forza nella direzione di scenari
eticamente più problematici da presidiare con sapiente tenacia".
Infine, "per la situazione del Paese e il richiamo della Corte
costituzionale al Parlamento, ci sembra importante che si arrivi
a produrre una legge". Per padre Casalone, inoltre, "la
latitanza del legislatore o il naufragio della PdL
assesterebbero un ulteriore colpo alla credibilità delle
istituzioni, in un momento già critico". (ANSA).