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Chiesa: cardinale Marx, i preti dovrebbero potersi sposare

Arcivescovo di Monaco, "questa discussione va affrontata"

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 02 FEB - Gli ultimi scossoni provocati in ambito ecclesiale dai rapporti stilati in vari Paesi sugli abusi sui minori stanno riaccendendo il dibattito, non solo sulla morale sessuale, ma anche sul celibato dei sacerdoti. Con voci di presuli in posizioni di primo piano che ne mettono in discussione l'opportunità e la necessità. A pronunciarsi a favore dell'abolizione del celibato per i preti è oggi l'arcivescovo di Monaco di Baviera, cardinale Reinhard Marx, tra l'altro uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco come componente del "consiglio di cardinali" che coadiuva il Pontefice nel governo della Chiesa e coordinatore del Consiglio per l'Economia della Santa Sede "Per alcuni preti sarebbe meglio se fossero sposati. Non solo per ragioni sessuali, ma anche perché la loro vita sarebbe migliore, se non fossero soli. Questa discussione va affrontata", affermai il card. Marx in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung in uscita domani.
    "Questa forma di vita è precaria. Questo dico io sempre ai giovani preti", spiega Marx sull'obbligo del celibato. Alla domanda se a suo parere vi sia un collegamento fra questa condizione e gli abusi sessuali scoperti nella Chiesa, il cardinale risponde: "Questo non si può dire in modo approssimativo". Ma questa forma di vita, aggiunge "attira anche persone non adatte, immature sessualmente. E la sessualità appartiene all'umanità". Alla domanda se sia favorevole a un'abolizione del celibato, Marx replica: "No. Un'abolizione non ci sarà. Questa forma di vita è un modo di vivere il Vangelo, è anche la forma di vita di Gesù. Il celibato è una possibile forma di vita del successore di Cristo. Ma se questa debba essere il presupposto che ogni prete deve assumere come fondamentale, qui io pongo un punto interrogativo". Toglierebbe l'obbligo, incalza il giornalista? "Io penso che non si possa andare avanti così. È sbagliato che la possibilità di vivere il celibato sia scaricata sui singoli". "Sarebbe meglio dare la possibilità a preti celibi e sposati. Per alcuni preti sarebbe meglio se fossero sposati". Per Marx questa è "una discussione da affrontare". "Alcuni diranno: se non abbiamo più l'obbligo del celibato tutti si sposeranno. E la mia risposta è: e allora? Se tutti si sposassero sarebbe il segnale che così non funziona bene".
    Proprio il celibato sacerdotale è uno dei principali temi in discussione nel cammino sinodale della Chiesa tedesca, con forti spinte rinnovatrici che ne chiedono l'abolizione. Ma in questi giorni un altro esponente di spicco dell'episcopato europeo, il card. Jean-Claude Hollerich, gesuita come il Papa, arcivescovo del Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea), oltre che relatore generale del del Sinodo dei vescovi che papa Bergoglio ha convocato sulla sinodalità nella Chiesa, ha detto sul tema parole inequivocabili.
    "Riguardo al celibato nella vita sacerdotale", ha affermato Hollerich in un'intervista al settimanale del quotidiano cattolico francese La Croix, "domandiamoci con franchezza se un sacerdote debba essere necessariamente celibe. Ho un'opinione molto alta del celibato, ma è essenziale? Ho sposato diaconi nella mia diocesi che esercitano il loro diaconato in modo meraviglioso, fanno omelie con cui toccano le persone molto più fortemente di noi che siamo celibi. Perché non avere anche sacerdoti sposati? E anche se un prete non può più vivere questa solitudine, dobbiamo poterlo capire, non condannare".
    La discussione, quindi, a tutti gli effetti è aperta. Intanto papa Francesco, che pure dopo il Sinodo sull'Amazzonia, in cui la cosa era stata chiesta a gran voce e votata a maggioranza, non se l'è sentita di dare il via libera all'ordinazione sacerdotale dei 'viri probati', uomini sposati e padri di famiglia di provata fede da impiegare nelle sguarnite parrocchie dei recessi più impervi della foresta pluviale, oggi nella messa per la Giornata della Vita consacrata, parlando alle religiose e ai religiosi ha messo in guardia dalla "tentazione di andare indietro e conservare le 'tradizioni' con rigidità". "Mettiamoci in testa: la rigidità è una perversione - ha detto -. E sotto ogni rigidità ci sono dei gravi problemi". "Niente inerzie del passato, niente rigidità - ha esortato il Pontefice -, né essere paralizzati dalla paura di cambiare". (ANSA).
   

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