(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 10 AGO - Come ogni anno la Camera
di Commercio di Reggio Calabria pubblica i dati economici che
fotografano lo stato dell'economia nella Città Metropolitana di
Reggio Calabria. "Il rapporto 2020 raccoglie e sintetizza i
principali dati del 2019 e rappresenta, pertanto, una valida
fotografia della situazione pre-COVID, da poter utilizzare come
utile strumento di confronto per le elaborazioni future -
afferma il presidente della Camera di Commercio Antonino
Tramontana -. Nel lavoro elaborato abbiamo curato anche un
aggiornamento, per poter restituire alcune prime anticipazioni
statistiche sull'anno in corso, così da poter esaminare gli
effetti che in questi mesi si stanno producendo sul territorio
reggino, alle prese con una delle peggiori crisi sanitarie ed
economiche che la storia moderna abbia mai conosciuto e che ci
vede tutti impegnati ad individuare strumenti e strategie che
possano consentire al nostro sistema economico di innovarsi,
trasformando questa grande crisi in opportunità di crescita e
cambiamento". Nel 2019 il valore aggiunto a prezzi correnti
della Città metropolitana di Reggio Calabria, pari a 8,6
miliardi di euro, è scritto in una nota, "è cresciuto del +0,5%.
Tuttavia, il valore aggiunto procapite (pari a circa 15.700
euro) appare ancora molto lontano da quello prodotto a livello
nazionale (26.600 euro). Nel corso dello stesso anno, si
registra una sostanziale stabilità del tessuto imprenditoriale
che cresce, rispetto al 2018, soltanto dello 0,06%; un risultato
superiore a quello mediamente osservato in Calabria (+0,01%) e a
livello nazionale (-0,13%). Le ditte individuali sono la forma
giuridica che mostra maggiori problemi (il loro numero
diminuisce del -1,9% rispetto al 2018). Crescono, invece, del
+4,9% le società di capitali. Frena la crescita delle imprese
giovanili, ma non di quelle a conduzione femminile (+0,5%) e
straniera (+0,6%). La vera anima dell'economia locale è il
commercio. Le attività commerciali, infatti, rappresentano il
35,1% delle imprese reggine. Numerose sul territorio sono anche
le attività legate a settori più tradizionali quali
l'agricoltura (il 15,5% delle imprese locali), l'edilizia (il
10,5%) e la manifattura (il 7,1%)". "Nel corso del primo
semestre 2020 - è scritto nella nota - invece si evidenzia un
sostanziale immobilismo del tessuto imprenditoriale (a livello
provinciale, così come a livello nazionale). A giugno 2020 si
registrano a Reggio 450 iscrizioni (erano 730 a giugno 2019) e
257 cessazioni (802 a giugno 2019 di cui 549 al netto delle
cancellazioni d'ufficio). Nel corso del I trimestre 2020, il
numero di occupati reggini si attesta a 137 mila unità (+3,4%
rispetto al I trimestre 2019); di contro gli occupati
diminuiscono a livello regionale (-1,0%) e rimangono
sostanzialmente stabili a livello nazionale (+0,2%). Sempre nel
corso del I trimestre 2020, si raggiunge un tasso di occupazione
pari al 29,3% (più di 1 punto percentuale in più rispetto al I
trimestre 2019) e un tasso di disoccupazione pari a 15,7% (in
riduzione di 5,4 p. p.). Il quadro, apparentemente positivo,
deve comunque confrontarsi con le misure anti-licenziamento
previste dal governo per arginare gli effetti della pandemia da
COVID-19. Stando al consuntivo dell'anno ormai alle spalle, il
numero di occupati diminuisce del -1,6% rispetto al 2018. A
livello regionale, la contrazione appare meno accentuata
(-0,1%), mentre l'occupazione continua a crescere, grazie alla
spinta dei contratti atipici, a livello nazionale (+0,6%).
Rispetto al 2018, diminuiscono anche le persone in cerca di
occupazione: -6,8% nel territorio reggino; -3,6% a livello
regionale e -6,3% a livello nazionale. La riduzione del numero
di persone in cerca di lavoro si ripercuote positivamente sul
tasso di disoccupazione che passa dal 19,8% del 2018 al 18,9%
del 2019 e soprattutto sul tasso di disoccupazione giovanile, in
calo rispetto al 2018 di oltre 15 punti. Il dato provinciale si
attesta al 36,8% e rimane ben 7,6 punti al di sopra del valore
nazionale (29,2%), ma 11,8 punti al di sotto della media
regionale. Le indicazioni statistiche relative al I trimestre
2020 evidenziano un rallentamento del credito, soprattutto nei
confronti delle imprese; i dati Banca d'Italia sui
finanziamenti, infatti, rispetto allo stesso trimestre dell'anno
precedente, evidenziano una caduta dei prestiti a favore del
mondo produttivo pari a -2,4% a livello nazionale (660,7
miliardi di euro); i prestiti decrescono del -3,0% anche a
livello regionale (4,9 miliardi) pur crescendo del +3,8% a
livello provinciale (1.044 milioni). Tralasciando le
anticipazioni per il 2020, i finanziamenti complessivamente
concessi alle imprese nel 2019 ammontano a poco più di 1
miliardo (+0,6% sul 2018). Gli affidamenti in sofferenza (220
milioni) diminuiscono del -27,2% rispetto al 2018. In
contraddizione rispetto al miglioramento della qualità del
credito, il costo di una linea di credito è più elevato nei
territori della Città metropolitana (8,6%) e in generale in
Calabria (8,5%) rispetto a quanto non lo sia a livello di
nazionale (5,5%). Il valore dei beni esportati dalla Città
metropolitana durante i primi tre mesi del 2020, pari a 53,9
milioni, è frutto di una contrazione del -26,0% rispetto al IV
trimestre 2019 e del -10,7% rispetto al I trimestre dell'anno
precedente. Le importazioni, invece, crescono ulteriormente
(+13,6% rispetto al IV trimestre 2019 e +41,9% rispetto al I
trimestre 2018), fino a raggiungere un valore pari 77,9 milioni.
Pertanto il saldo di bilancia commerciale torna nuovamente su un
terreno negativo (-24,0 milioni), in controtendenza con il
valore positivo registrato durante l'ultimo quarto del 2019
(+4,2 milioni). Nel gennaio/settembre 2019 i dati
dell'Osservatorio turistico della Regione hanno evidenziato che
la Calabria è stata interessata da più di un 1,6 milioni arrivi
e 8,8 milioni presenze; solo il 7,5% ha raggiunto il territorio
di Reggio. Il turismo calabrese, come quello reggino, appare
caratterizzato da una crescente destagionalizzazione: nel 2014
il 45% delle presenze si concentrava ad agosto, contro il 40%
del 2019. Inoltre, si parla di un turismo sempre più
'internazionale': la presenza di stranieri è cresciuta nel 2019
del +4,2% rispetto all'anno precedente. Il primato spetta ai
tedeschi (6,1% delle presenze straniere in Calabria), seguiti
dai francesi (1,6%) e dai russi (1,5%)". (ANSA).