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Antonella Ferrari, attrice e paziente, disabilità va colorata

No ad ausili e reparti grigi, è già pesante malattia

ROMA ANSAcom

ROMA - Si puó 'colorare' la disabilità, renderla divertente e persino riderne. Ad affermarlo è Antonella Ferrari, attrice affetta da sclerosi multipla, che a'TechCare: dalla cura al prendersi cura', il primo bootcamp di co-creazione di soluzioni promosso da Sanofi Genzyme insieme a Talent Garden ha portato la sua esperienza, a cui sta per aggiungersi quella di imprenditrice proprio grazie alle stampelle ipercolorate che ha inventato.

"La malattia è già grigia di suo, già il passare la tua vita con una compagna che si chiama sclerosi multipla è pesante, se poi ci metti il carico con un ausilio ortopedico grigio, o con un reparto di ospedale triste, io non ci sto - racconta Ferrari -. Ho bisogno di colorare la disabilità, e visto che io uso sempre le stampelle nel 2001 ho deciso di renderle glamour, di decorarle, di averne tanti tipi, da estate, da inverno, per le serate di gala. Io credo che sia importante colorare la disabilità, anche nel mio spettacolo teatrale cerco di renderla divertente, si puó anche ridere della disabilità".

L'attrice, testimonial di diverse iniziative sulla malattia, sta lavorando alla commercializzazione delle stampelle colorate che ha ideato. Il suo esempio, sottolinea, puó essere utile anche agli altri. "Io credo che la malattia sia una sfortuna, che sarebbe meglio non avere - sottolinea -, avrei preferito restare una artista sconosciuta ma sana, e non diventare famosa anche perchè sono stata la prima attrice disabile in Italia che ha conosciuto un po' di notorietà. Sicuramente ho deciso di sfidare il destino e continuare a voler fare l'attrice nonostante la sclerosi multipla. Sono felice di fare questo e il calore del pubblico mi dimostra che il messaggio è positivo, è un messaggio di normalità, di una donna normale, che ha vissuto momenti anche bui ma che poi si è rialzata".

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