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Epatite C: pazienti, per eliminare virus raddoppiare terapie

Ci sono strumenti, ma serve cambio di passo

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ROMA - Gli strumenti per eradicare l'epatite C ci sono, ma serve un 'cambio di passo' per passare dalle parole ai fatti. A richiederlo è Ivan Gardini, presidente di EpaC onlus, la principale associazione dei pazienti, secondo cui serve un raddoppio dei trattamenti per raggiungere l'obiettivo.
"Ora abbiamo praticamente tutto - ha affermato durante un evento sulle nuove strategie di cura -, un fondo dedicato, bravi specialisti e farmaci disponibili. Ma la sola enunciazione di un "piano di eradicazione" non basta. Serve un serio impegno da parte delle regioni per ridefinire le reti di cura, renderle capillari per prendere in carico tutti i pazienti già diagnosticati, rinforzare i centri che hanno in carico migliaia di pazienti, e creare dei percorsi terapeutici che coinvolgano tutti gli stakeholders coinvolti. D'altra parte, per raddoppiare il numero di pazienti da avviare al trattamento è necessaria una regia politica in grado di monitorare strettamente le attività di cura e di rimuovere tutte le problematiche amministrative per agevolare i medici nel loro compito".
Uno dei passi fondamentali, aggiunge Gardini, è raggiungere tutte le persone infette. "Sappiamo per certo che esistono ancora delle "sacche" di pazienti che non stanno ricevendo una diagnosi appropriata e non sono programmati per l'avvio al trattamento - sottolinea -. Dalle nostre analisi possiamo indicare pazienti parcheggiati presso centri non autorizzati, pazienti presso i SERT, pazienti detenuti, e pazienti parcheggiati presso i medici di famiglia. La criticità principale è che le Regioni non hanno ancora predisposto dei PDTA in grado di coinvolgere questi stakeholders e creare dei percorsi verso centri di presa in carico e avvio al trattamento. Troppo spesso si confonde un documento tecnico che stabilisce prevalentemente schemi terapeutici, con un PDTA che deve necessariamente fissare degli obiettivi chiari e semplici, tracciare dei percorsi terapeutici capillari, definire i ruoli e attività di coinvolgimento, chiarire attività opache e rimuovere ostacoli segnalati dai pazienti e dai medici".

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