ROMA - L'influenza è una delle principali cause di morte per chi fa parte delle categorie più a rischio, dagli anziani a chi soffre di malattie croniche, ed è importante quindi che si raggiungano alte percentuali di immunizzazione. Lo ha sottolineato Paolo Bonanni, professore ordinario del dipartimento di Scienze della Salute dell'Università di Firenze, durante una sessione del congresso della Società italiana di Igiene (Siti) in corso a Napoli.
Nel 2015 gli italiani over 65 erano il 22%, e gli ultraottantenni il 6,7%, ha sottolineato l'esperto, e si registra una crescita esponenziale di malati particolarmente fragili, persone cioè colpite da più patologie contemporaneamente, che presentano un quadro clinico complesso e hanno bisogno di assistenza continuativa. "In questo contesto, per gli anziani o per quanti sono affetti da patologie croniche, l'epidemia influenzale rappresenta una delle cause principali di ospedalizzazione e di morte - ha spiegato Bonanni -. Oltre alle morti direttamente imputabili a un episodio acuto di influenza o alle polmoniti che spesso si sovrappongono allo stato influenzale, infatti, l'influenza è associata a un aumento di mortalità per cardiopatia ischemica, ictus e diabete".
In Italia sono disponibili quattro tipi diversi di vaccino split, a subnità, adiuvato e intradermico. "L'obiettivo primario della vaccinazione antinfluenzale è la riduzione di casi di complicanze e morte e in quest'ottica non tutti i vaccini sono uguali e interscambiabili, essendo ognuno più adatto alle esigenze preventive di specifiche fasce di popolazione - ha sottolineato Bonanni, che ha ricordato come per gli anziani quello adiuvato dia ottimi risultati. "L'immunogenicità del vaccino adiuvato con MF59 è stata studiata in numerosi trial clinici che hanno dimostrato come questo evochi nell'anziano una risposta più elevata rispetto a quelli non adiuvati, non solo nei confronti dei ceppi omologhi circolanti, ma anche verso ceppi "eterologhi".
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