ROMA - L'agricoltura va riavvicinata allo stile di vita metropolitano per preservare il connubio tra cibo e sostenibilità. Ne è convinto Riccardo Valentini, professore di ecologia forestale dell'università della Tuscia ed esperto Ipcc, che all'incontro promosso dal Barilla Center For Food and Nutrition, ha sottolineato che "nel 2050 saranno 8 su 10 quelli che vivranno in città. Dopo decenni di prevalenza dei residenti nelle campagne nel 2010 c'è stata l'inversione di tendenza col prevalere dei residenti in aree urbane dove tuttavia si mangia in mondo diverso dalle campagne. Per preservare la dieta mediterranea e i regimi alimentari più salutari va creato - ha auspicato - un maggior raccordo tra agricoltura di prossimità e le città. Come sono importanti il tema del ripopolamento delle campagne e la sopravvivenza dei piccoli comuni. In questo scorcio di secolo di crescita demografica l'agricoltura ci ha molto aiutato a sfamare ben 4 miliardi di persone in più rispetto alla popolazione planetaria degli anni '60, ma questo sistema produttivo ha creato distorsioni e danni nel 25% dei suoli che risultano stanchi e danneggiati. Bene ha fatto la Regione Lazio - ha detto Valentini - che ha dato il più alto incentivo a fondo perduto per le start up dei giovani che scelgono di fare impresa nei campi avendo in mente il tema della sostenibilità. Dopo anni di eccessivo sfruttamento, il suolo è parte del capitale naturale e va valorizzato. L'Italia finora non ha premiato l'agricoltura di qualità. Pochi gli incentivi, ma anche un approccio regolativo e più etica".
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