Intensificare le sinergie territoriali riconoscendo il ruolo dell'agricoltura, trovare benefici fiscali fondamentali per la ripresa dell'economia, redigere una legge quadro nazionale sull'Appennino. Sono queste le tre priorità indicate dalle Cia di Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise per rilanciare l'Appennino dopo il terremoto nel Centro Italia del 2016. Un'area, quella del cratere, di 8 mila km quadrati, protagonista a Fabriano (An) della quarta tappa del roadshow di Cia-Agricoltori Italiani dedicato al progetto "Il Paese che Vogliamo".
"Abbiamo preso atto ancora una volta della forte volontà di coesione tra i territori del Centro Italia a tre anni dal sisma", ha detto la presidente di Cia Marche, Mirella Gattari, nel precisare che "più che aggiungere occorre ridurre le difficoltà che ostacolano la ripresa". Secondo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, presente ai lavori "risollevare le regioni terremotate, vuol dire rimettere in sesto l'Italia, perché non ci sono mai Comuni di serie A o di serie B e questo soprattutto quando si parla di aree interne e post sisma".
A tre anni dalla prima scossa, segnala Cia, la ricostruzione è ancora lenta e complicata. Nelle regioni coinvolte ci sono ancora 797 mila tonnellate di macerie da smaltire su 2 milioni, di cui 463 mila solo nelle Marche. La ricostruzione è ferma al 4% nei comuni praticamente distrutti, con oltre il 50% dei danni. A rallentare la corsa contro lo spopolamento in territori già vulnerabili, sono i ritardi e le inefficienze di una burocrazia rigida e inadeguata all'emergenza.
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CIA