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Ivetic, il modello Ue è egemone nell'Adriatico

Lo storico a Festival Polignano 'Il Libro Possibile'

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dell'inviata Mauretta Capuano
 Sfondo di storie straordinarie come la storia di Venezia e dei Balcani l'Adriatico è "tornato ad essere la zona più integrata del Mediterraneo". Lo racconta lo storico Egidio Ivetic, in 'Storia dell'Adriatico-Un mare e la sua civiltà' (Il Mulino) con cui è al Festival del Libro Possibile di Polignano a Mare (Bari), sostenuto per il terzo anno da Pirelli, che si concluderà l'11 luglio.
"Il modello Ue è quello egemone nell'Adriatico. Dopo un Novecento difficile fatto di scontri ed esodi questo piccolo mare nel XXI secolo vede un processo di integrazione. E' tornato ad essere come è stato soltanto ai tempi della Repubblica Veneta" spiega all'ANSA Ivetic, che insegna storia moderna e storia del Mediterraneo all'Università di Padova, è stato marinaio di leva a bordo della nave Galeb. A scrivere questo libro ha impiegato sette anni, dopo vent'anni di studi e ricerche, un lavoro rigorosissimo che considera il "suo romanzo" perchè l'Adriatico è "è stata la mia patria. Ci sono nato cresciuto, ho navigato. E' il romanzo del mare, dei popoli che da sponda a sponda hanno commerciato e navigato , si sono scontrati e hanno convissuto, dall'antichità a oggi".
"Ho portato il discorso fino ad oggi , tenendo conto di quello che abbiamo visto negli anni Novanta sull'altra sponda, guerre, pulizie etniche, ed è una storia che sembra andare bene. Con l'entrata nel 2017 nella Nato del Montenegro il mare è diventato il mare della Nato. Questo vuol dire che non ci sono più navi militari ed è garantita la pace" racconta Ivetic, già autore di 'Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origini' e di 'Balcani dopo i Balcani', che in 'Storia dell'Adriatico', accompagnato da foto, ci porta in una prospettiva nuova, quella del mare. "Il mare era un sistema economico integrato dove non esiste la logica nord sud. I romani lo vedevano in termini orizzontali. le regioni fornivano ad altre regioni quello che mancava. Venezia, che ha segnato la storia dell'Adriatico, aveva creato una specie di sistema economico in cui la Puglia era molto integrata" dice lo storico.
Mare che unisce e divide, dove si sono intrecciate e sovrapposte molteplici vicende di natura politica, culturale e religiosa, "l'Adriatico è il mare dell'Italia e dell'Europa centrale e per un pezzo il mare balcanico-ottomano. Ed è così ancora oggi. E' un mare che è dentro il subconscio nazionale" dice lo scrittore che dopo l'emergenza sanitaria ha deciso di fare un tour Adriatico, dal Veneto a Lecce, Otranto, Polignano, Bari e Ancona.
"Mi ha colpito nei miei studi l'ossessione e la paura di Venezia per le epidemie. Ogni grande peste ha lasciato a Venezia un monumento. Nel Settecento si era sviluppato un cordone sanitario sulle epidemie con informatori che da Sarajevo mandavano dispacci a Spalato e poi a Venezia . Un'efficienza del sistema informativo dell'epoca che non ho visto in questa pandemia. Avevano fatto dei restelli di sanità, una sorta di casette di guardia, con cui sono riusciti a non far arrivare la peste a Venezia, a bloccarla in Dalmazia" racconta.
L'auspicio di Ivetic è che "l'Adriatico, che è oggi la zona più integrata nel Mediterraneo, lo possa essere anche dal punto di vista culturale" dice lo storico-scrittore che sta lavorando a un libro sui Balcani in età moderna e sulla civiltà di Venezia. (ANSA).

In collaborazione con:
Pirelli

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